Cosa vogliono veramente i pazienti? Se lo sai, non hai bisogno di leggere questa news!

Cosa vogliono veramente i tuoi pazienti?

Probabilmente te lo sei chiesto più di una volta, visto il loro comportamento di fronte alla tua proposta di lavoro dopo una prima visita.

Sappiamo che fai tutto quello che è necessario perché i tuoi pazienti sappiano che le tue cure porteranno ad una soluzione, che tu sei il migliore antidoto al loro dolore, che hai tutte le competenze professionali maturate nel tempo perché questo sia vero e possibile.

Noi lo sappiamo! Tu lo sai!

Quello che vogliamo che tu sappia – in più – è che I TUOI PAZIENTI, o quelli che vorresti ti scegliessero come specialista di riferimento, NON sempre lo sanno.

Non fraintendere. Tieni sempre in mente che i pazienti NON sono masochisti né kamikaze. Se arrivano a chiamare il tuo studio e a rivolgersi a te è perché pensano inizialmente che tu possa davvero risolvere il loro problema, o quanto meno, migliorare la loro situazione.

Non sono esperti della materia, ma ti hanno googolato, si sono informati con il passaparola, hanno fatto interrogatori che nemmeno CSI Investigation su come i parenti e gli amici si sono trovati da te, che arrivano già pieni di idee, aspettative e presunzioni di conoscenza.

Sappi che il passaggio che va in onda nella loro testa, anche inconsapevolmente, e che precede la telefonata è: PERCHE’ DEVO CHIAMARE QUESTO DOTTORE CONSIGLIATOMI DA MIA SORELLA ANZICHE’ QUELLO CONSIGLIATOMI DA MIO “CUGGINO”?

Il punto ovviamente NON è la parentela, né (al momento) l’affidabilità della fonte. Il punto è che il PAZIENTE che vuoi attrarre nel tuo studio NON sa veramente perché ti sta scegliendo.

Quel che è peggio, non sa nemmeno veramente cosa vuole da te…sempre che NON abbia dolore. Perché in questo caso, caro dottore, come ben immagini, ciò che vuole è far SCOMPARIRE quel sintomo che è peggio di una tortura giapponese.

A questo punto, facciamola facile. Il paziente ti sceglie. Viene da te. Ha dolore. Tu fai tutto quello che serve per togliergli il dolore. Verifichi la situazione nella sua bocca. Gli rendi nota la situazione. Effettui un piano di lavoro. Presenti il piano di lavoro…e lui … ”ci devo pensare”…oppure SPARISCE…oppure…”mi lascia tutto che verifico a casa con mia moglie?”.

Ecco, come se l’INCANTESIMO si fosse spezzato. E tu? Tu lì a chiederti: come mai? Cosa è accaduto?

Bene. A questo punto URGE che facciamo chiarezza su questo. Il dolore è un potente SUGGESTIONATORE come puoi immaginare. Una volta terminato l’effetto “URGENZA” se NON hai fatto alcuni specifici passaggi nel tuo studio, a iniziare dal tuo personale alla presentazione del piano di lavoro, è altamente probabile che tu veda i tuoi sforzi, la tua competenza, la tua cura e il tuo indagare per una diagnosi frantumarsi in una domanda o affermazione laconica con tanto di possibile “ghosting” del tuo paziente.

Certo non è una relazione affettiva, ma di fatto è pur sempre una relazione: medico-paziente.

Cosa è accaduto allora? Come puoi mettere a frutto il tutto il tuo lavoro?

Se questo avviene in assenza di dolore, quale giustificazione potrai trovare alla latitanza del tuo paziente?

E’ per questo motivo che SIO ha organizzato un corso online per te con questi obiettivi: