
Dottore, hai fatto i conti con l’oste?
Conti. Sicuramente te ne fai qualcuno. Forse anche di più.
Conti sui fornitori, conti sulla gestione delle poltrone, conti sui macchinari, conti sul personale.
I conti sono parte integrante della tua attività di studio.
Eppure – eh già – volevi fare il dentista!
E in men che non si dica, ti sei ritrovato a fare anche l’imprenditore.
Quei conti che devono tornare… a tutti i costi. A proposito: i COSTI.
Facciamola semplice: c’è un momento fondamentale della tua attività di dentista che diventa un VERO COLLO di IMBUTO quando si tratta di CONTI e COSTI.
Ed è il momento della stesura e presentazione del preventivo con il piano di cura.
Ti starai chiedendo: “Ma come? Quello è il momento in cui trasformo i miei sforzi in SOLDINI, in VALORE per il mio studio.”
Quando chiudi un preventivo, infatti, è esattamente quello che fai.
Trasformi i tuoi sforzi di PROFESSIONISTA e ODONTOIATRA in numeri, valore economico per il tuo studio.
Proprio quel valore che consente a TE dentista e imprenditore (tuo malgrado) di pagare i conti e i costi di fornitori, utenze, locali, leasing di macchinari e personale.
Ma è tempo di farti qualche domanda.
- Non hai qualche volta (o forse più spesso) la sensazione che nonostante i preventivi chiusi, il tuo lavoro NON renda poi quanto lo avevi quantificato?
- Non hai forse la sensazione che il tuo impegno e il tuo sforzo o magari il tempo che investi nel tuo lavoro sia esagerato rispetto ai risultati economici?
- Te lo chiedo sotto voce: te li sei mai veramente fatti i CONTI?
- Sai dire con certezza se i tuoi preventivi e i tuoi piani di cura definiti rispondono veramente a quel criterio di TRASFORMAZIONE del tuo sforzo in VALORE ECONOMICO in modo efficiente?
Detto in soldoni, ti sei fatto un calcolo realistico sulla REDDITIVITA’ e MARGINALITA’ dei preventivi presentati a quel paziente insieme a quel piano di cura?
Se hai risposto si, ottimo.
Ma sappi che qualora tu abbia risposto affermativamente alle domande, esistono sulla stesura di un preventivo e sulla presentazione di un piano di cura ben 3 ELEMENTI nascosti che faranno la differenza sulla MARGINALITA’ dell’IMPORTO che il tuo paziente sottoscriverà per la cura.
Diciamolo serenamente: NON TUTTI I PAZIENTI SONO UGUALI.
E non tutti i casi di studio, seppur analoghi, comportano lo stesso sforzo, impegno, terapia e durata.
C’è UN DETTO preciso per questo. Ma l’impresa – la tua, ovvero il tuo sforzo professionale nel fare un piano di cura, chiudere un preventivo, iniziare la terapia e seguire il paziente, vale la spesa?
Per rispondere a questo interrogativo fondamentale, ti accompagniamo nel conoscere i 3 ELEMENTI OCCULTI nella realizzazione di un preventivo che NON sono voci di COSTO esplicite.
1- IL RISCHIO
Il paziente è paziente. Non sa nulla di odontoiatria (a meno che non sia un collega). Non è in grado di valutare gli effetti del tuo intervento. Quello che però valuta bene sono gli effetti e le sensazioni che conseguono a quell’intervento. Per questo, è fondamentale per te valutare un preventivo e un piano di cura MENTRE lo stai formulando, anche sulla base dei fattori di rischio che comporterà per quel paziente in termini di efficacia oltre che di responsabilità medica.
Sai bene che non puoi e non devi presentare un preventivo “monco” o peggio “componibile” in corso d’opera in base a quello che accade. Questo approccio ti espone al rischio di abbandono da parte del paziente. Variare un preventivo in corso d’opera è sempre un alto rischio di perdita del paziente. Perciò, valutare questo elemento occulto può aiutarti a comprendere come QUOTARE il tuo preventivo e persino organizzarlo per step, per ridurre l’impatto di rischio.
2- IL TEMPO
Lo ribadiamo. NON TUTTI I PAZIENTI SONO UGUALI.
Alcuni implicano una variabile di gestione emotiva e/o di recupero dei crediti in termini di tempo decisamente sovradimensionata. Può dipendere da come hai settato il piano di cura, dalla risposta collaborativa o meno del paziente e dalla sua affidabilità finanziaria.
Diventa quindi fondamentale per te VALORIZZARE bene i tuoi preventivi e piani di cura prendendo in considerazione anche il TEMPO in cui effettuerai la terapia e gestirai il paziente.
3- LE ROTTURE DI “BIP”
Difficile quantificarle, ma diciamocelo. Alcuni pazienti hanno un costo EMOTIVO che si trasforma in spreco di energie. Tra polemiche e richieste continue, o richiami per recupero dei crediti, diventano davvero una sfida alla tua pazienza e quella del tuo staff.
Quantificare un preventivo, profilando anche il paziente sulla base di informazioni precise, ti aiuta a marginalizzare in modo molto più efficiente.
Quindi, saper SCRIVERE, QUANTIFICARE E VALORIZZARE un preventivo in modo corretto e seguendo una prassi specifica, preciso e scientifica, può consentirti un vantaggio su tutti:
TRASFORMARE I TUOI SFORZI IN UN VALORE ECONOMICO E IN BENESSERE FINANZIARIO PER IL TUO STUDIO E LA TUA ORGANIZZAZIONE, mantenendo sempre alta la soddisfazione dei tuoi pazienti.
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