Home Negoziazione Piani di cura super precisi? Scopri perchè il tuo paziente non ti crede sempre e finisce con il dirti “ci devo pensare”
Piani di cura super precisi? Scopri perchè il tuo paziente non ti crede sempre e finisce con il dirti “ci devo pensare”

Piani di cura super precisi? Scopri perchè il tuo paziente non ti crede sempre e finisce con il dirti “ci devo pensare”

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NON TI CREDO.
I tuoi pazienti non te lo diranno mai apertamente, eppure è esattamente questo quello che pensano quando tu stai provando a mettere giù un piano di cura che risolva TUTTO, ma proprio TUTTO il caos cosmico che hai trovato loro in bocca durante la LORO PRIMA VISITA nel tuo studio.
NON TI CREDO.
E già, difficile che te lo abbiano detto faccia a faccia. Eppure seduto lì davanti a te – o sulla poltrona del riunito – hai visto il volto del tuo paziente trasformarsi di fronte alla tua voglia di mettere a posto tutto.
Facciamo un esempio, ti va?
Mettiamo che tu faccia chirurgia, o meglio implantologia. Potremmo fare lo stesso esempio per estetica o per ortodonzia, ma restiamo su questo.
Magari non hai esattamente questa specializzazione, ma ti chiedo solo qualche minuto per seguirmi nell’esempio.
NON TI CREDO.
Torna nelle orecchie questa affermazione sottile che però NON ti hanno mai detto.
Ora, caro dentista, voglio dirti da dove nasce questo NON TI CREDO. Stai per entrare insieme a me nel PROCESSO MENTALE DEL TUO PAZIENTE (o del paziente in PRIMA VISITA) e stai per scoprire esattamente cosa ha pensato e cosa NO!
LO SCENARIO
Partiamo da un presupposto. In prima visita, con molta probabilità, il tuo paziente (non lo è ancora ma per semplificare lo chiamo così) ti ha fatto una telefonata. Ha parlato con la tua segretaria che gli ha fissato un appuntamento. Magari è stata così premurosa da fare una mini anamnesi e ti ha segnalato che il tuo “paziente in prima visita” ha diversi problemi da risolvere in bocca.
Ci sei? E’ verosimile, giusto? Tu NON sai esattamente come sia andata la telefonata, ma – caspita – la tua segretaria saprà pur fare il suo lavoro. Infondo, che cosa ci vuole a fissare un appuntamento? Deve SOLO segnare in agenda.
Bene, proseguiamo.
L’APPUNTAMENTO
Il Tuo paziente in prima visita arriva in studio. Viene fatto accomodare qualche momento – dai si, facciamo che sia qualche momento – in sala d’attesa. Il tempo dell’anamnesi e della scheda di consenso e privacy. Poi la tua assistente lo chiama per portarlo da te sul riunito.
Cosa conosciamo?
Nome, cognome…qualche parola scambiata. La consoci giusto? Tra assistente e segretaria dovresti aver avuto i dati.
Infondo, anche qui TU NON ERI con loro in sala d’attesa, né per accoglierlo, né per parlargli, né per sentire, né per assumere direttamente quelle informazioni chiave che ti servono. Ma infondo…fra poco sarà da te.
LA VISITA
Ed eccoci. Finalmente nel tuo regno.
Lui, il tuo paziente in prima visita è lì. Seduto e pronto a farsi visitare da te.
UN MOMENTO PERO’. Aspetta. Sei un dentista…perciò forse tutta questa predisposizione non la ha. Ti accerti che stia bene e che ti spieghi perché è da te.
Bene, iniziamo con la visita.
Il tempo che serve e…voilà. Tutto perfettamente chiaro. A questo punto, serio e concentrato cominci a formulare le ipotesi di lavoro, le fasi e il piano di cura. Ti prendi un momento e magari gli chiedi di sottoporsi ad una OPT.
Tempo tecnico. OPT PRONTA.
E’ tempo di vederla insieme.
Lui è lì, il tuo paziente. Sul riunito. Tu entri ed esci. Lui sta serenamente (almeno così appare) seduto sul riunito. Bene. Sembra sereno. Ma lo è veramente?
Poco male. Tu devi SOLO curarlo. Risolvere il problema. E’ messo male. Sarà un piano di cura complesso.
Che tu lo faccia istantaneo o che lo rinvii a prossimo appuntamento, eccolo qui pronto il PIANO DI CURA.
(su questo ti consiglio di leggere attentamente gli articoli correlati sul preventivo e la sua presentazione
Leggi anche https://scuolaimpresaodontoiatrica.it/blog/2018/06/13/stava-quasi-dirmi-sipoila-trattativa-si-interrotta-non-piu-rivisto-mio-paziente/)
IL TUO PENSIERO SCIENTIFICO
Quello che hai pensato è di curarlo, formulare il piano di cura ideale, prevedere tutto ciò che può essere risolutivo e hai meticolosamente inserito materiali e fasi di cura con pignoleria che farebbe invidia ad un orologiaio.
Sei un dentista, serio, professionale, preparato. E questo piano di cura lo metterà in luce. Il paziente saprà subito che tipo di dentista sei. Lo sentirà. Saprà immediatamente che la tua meticolosità è frutto di anni di esperienza e si affiderà a te.
LO HAI PENSATO VERO?
Ecco. Tu spieghi. Tutto. Un passo alla volta. Attento affinché il tuo paziente in prima visita afferri tutti ma proprio tutti i passaggi, rischi, dolore, terapie anti dolore e TEMPI compresi.

LA PROPOSTA ECONOMICA
E a questo punto arriva QUEL TEMPO: IL TEMPO DELLA PROPOSTA ECONOMICA.
Stavolta però il dolore è il tuo. Vorresti farla fare alla segretaria (e forse lo fai). Sai che ti tocca, quanto meno restare.
Tu con i soldi cosa hai a che fare? Infondo, tu sei il dentista.
Quale che sia la modalità che hai scelto (anche qui ti invito a leggere gli articoli dedicati su blog di www.scuolaimpresaodontoiatrica.it) eccoci alla PROVA DEL FUOCO.
Di fronte alla proposta economica gli occhi del paziente si SONO magicamente aperti. O forse tu li noti di più.
Ti affretti a far capire la bontà del piano di cura…cerchi di far comprendere al paziente in prima visita quanto sia fondamentale per lui fare TUTTO affinché possa ritornare ad avere una bocca funzionale e una qualità di vita migliore.
E’ venuto da te lui per questo, giusto?
A questo punto, davanti al tuo piano di cura PRECISO, DETTAGLIATO, TEMPIFICATO NEI MINIMI TERMINI, con dovizia di materiali e particolari ecco che lui, il tuo paziente in prima visita, tira fuori una frase che MAI vorresti sentire:
“dottore è un po’ caro, mi aspettavo di meno…. ma non si può far nulla per il prezzo?”
Ok, oltre questa…mettiamo che lo ritocchi (perché lo ritoccherai, lo sappiamo entrambi) andrà oltre e ti dirà:
“dottore, si, capisco…ma devo farle sapere. Mi lascia una copia?”

E tu? Si certo, può ritirarla in segreteria.
IL CONGEDO
Lo congedi…e lui si avvia in segreteria. Prende la sua copia. E nel momento stesso in cui ha varcato la soglia del tuo regno o della tua stanza, di lui NON SAI PIÙ’ NULLA.
Non sto parlando già di lui fuori dal tuo studio. Intendo proprio NULLA dal momento in cui esce.
E sai cosa farà?
Userà il tuo preventivo e piano di cura precisissimo per andare a CONFRONTARLO IN GIRO, non solo per l’asta dei prezzi, ma anche per capire: NON CI CREDO… MA DAVVERO HO BISOGNO DI TUTTE QUESTE CURE E DI TUTTI QUESTI INTERVENTI? SECONDO ME HA SPARATO ALTO PER GUADAGNARE… NON GLI CREDO. ORA CHIEDO IN GIRO.

COSA TI SEI PERSO?
Il paziente? Forse.
E’ altamente probabile che se hai lavorato bene in termini di relazione personale, forse si, potresti avere chance di rivederlo. MA NON BASTA.
Quello che ti SEI PERSO VERAMENTE è tutto il suo PERCORSO dal momento in cui ENTRA IN CONTATTO con il tuo STUDIO DENTISTICO e cosa GLI ACCADE.
cosa prova?
cosa vuole veramente?
come si sono attivate segretaria e assistente?
quali informazioni hanno ottenuto dal paziente che potessero essere utili ai fini del piano di cura?
come si è sentito il paziente?
con loro, nello studio…persino con te.
“MA ERA SERENO!” – Certo…lo sono tutti. Non è che di solito si sceglie un dentista che non è referenziato – quanto meno. Eppure NON BASTA. Ma tu NON PUOI SAPERE cosa e dove è andato storto e che cosa.

Come FAI A MONITORARE IL SUO PERCORSO?
Come fai a sapere le informazioni FONDAMENTALI per sapere come presentare un PIANO DI CURA a cui CON ALTA PROBABILITA’ il paziente dirà di SI?
Lui NON TI CREDE. Di fronte alla tua SUPER IPER PRECISIONE PROFESSIONALE, semplicemente lui NON TI CREDE.
E sai perché? Perché lui NON fa il tuo mestiere e tu NON LO CONOSCI per come pensa, vede, sente, decide.

Perciò non ti crede. Non te lo dirà, ma te lo dimostrerà…non tornando o andando in giro per colleghi con il tuo piano preciso di cura…cercando l’asta dei prezzi.
Infondo, chi verrà dopo di te, avrà il piatto pronto: caso di studio già fatto.
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